Proesie
da
Proesie
[...]
XV.
Anymali I
Trà ca trà ca trà
fa il micino
spèm sbèm ppém
fa la donnola
sbrakatrà-trò-trò-fiiiiiiiiii
fa lo scoiattolino
quando,
sul volger del meriggio,
lieti attraversan
la tangenziale.
VIII.
Discrezione
Non immaginavo
potesse dar noia,
comunque,
ora che me lo dice,
glielo sfilo subito,
si figuri,
son
gentiluomo.
XV.
(Sì, lo so, è una vecchia poesia, ma è così bella)
Lvpi
crvdi.
Lvpi
cotti.
CLVIII
Tallungastiagguardarlelepuppe
collascusadiporgerleilposto
tischiacciastilepallesulbordo
«sifiguri»piangendo«èddovere».
CXXXIII.
Fvlvio I
Beato te,
o Fvlvio,
io ti invidio
molto
perché sai andare
in retromarcia
a
centotrent’all’ora.
Beato
te,
o Fvlvio.
VI.
Marzo
Quando marzo
la mattina
con questo
collo di papero,
penso
a te
mio cor.
LVII.
Dove va comparando la straordinaria simiglianza tra i sembianti d’un suo sodale e quelli della di lui genitrice, qual vivente esempio del misterioso e maraviglioso suggello che la natura imprime sulle sue creature.
Da lontano
mi parevi tua madre.
Da vicino
sembri ancora
tua madre.
Forse
sei
tua madre
uh,
buongiorno signora!
MCIX.
Polìticali còrrect
Ceppie
nodifi
nocchi.
XIX.
Pleiboi
Tastastituttalasera
ilculosbagliato.
PROESIA FRAMMENTARIA
[...]to
[...]to
Nota
La lacuna testuale, dovuta all’abrasione della carta ove il Proeta segnò frettolosamente i suoi versi sublimi, viene concordemente interpretata dalla critica come
[Tet]to
[rot]to
probabile citazione dell’incipit dell’immortale adagio di Esopo
Tetto
rotto
nonna
col reuma.