Modo Antiquo

La Musica dei Crociati

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  • Crucifigat omnes

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  • Seignor sachiez

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Frankfurter Allgemeine Zeitung
«Bemerkenswert souverän, wie entfesselt, spielt die italienische Gruppe "Modo Antiquo". Vor allem haben die Italiener die Stücke schillernd farbig instrumentiert. Die Produktion ist ein Extremfall artistischer Jonglierkunst mit allen Elementen, die diese Musik hergibt.»


Modo Antiquo | Bettina Hoffmann
Santina Tomasello, soprano | Lucia Sciannimanico, mezzosoprano | Paolo Fanciullacci, tenore, cornamusa, olifante | Marco Scavazza, baritono, controtenore | Federico Maria Sardelli, flauti, ciaramelle, voce | Ugo Salasso, flauti, ciaramelle, scacciapensieri | Piero Callegari, tromba da tirarsi, olifante | Bettina Hoffman, viella, ribeca, tromba marina | Gian Luca Lastraioli, citola, liuto, salterio | Daniele Poli, arpa, liuto, salterio, ghironda | Luca Brunelli Felicetti, tamburi, cembalo, campane, salterio | Massimo Risaliti, cembali, triangolo, campane


CD I

I Appellatio
1) anonym, Crucifigat omnes 2) Thibaut de Champagne, re di Navarra, Seignor, sachiez qui or ne s’en ira 3) anonym, Quinte Estampie 4) anonym, Parti de mal 5) anonym, Chevalier mult estes guariz 6) anonym, De transfretantibus 7) Thibaut de Champagne, re di Navarra, Au tans ploin de felonie

II Dure Departie
8) anonym, Seconde Estampie 9) Conon de Béthune, Bien me deüsse targier 10) Thibaut de Champagne, re di Navarra, Dame, ensinc est qu’il m’en covient aler 11) Le Chatelein de Couci (Gui II de Couci?), A vous amant plus qu’a nule autre gent 12) Chardon de Croisilles de Reims, Li departirs de la douce contree 13) Le Chatelein de Couci (Gui II de Couci?), Li nouveax temps et maiz et violete 14) Le Chatelein de Arras, Aler m’estuet


CD II

III Passagium Laboriosum
1) 2) Roy Richart coeur de lion, Ja nuns hons pris 3) anonym, Desolata mater/Que nutritos/Filios enutrivi 4) Huon d’Oisi (?), Maugré tous sainz et maugré dieu ausi 5) anonym, Congregati sunt 6) anonym, Quarte Estampie 7) anonym, In gotes namen fara wir 8) Guiot de Dijon, Chanterai por mon coraige 9) Ryccardo di San Germano, Diro satis percussus vulnere /anonym, Lamento di Tristano 10) anonym, Nus ne porroit de mauvese reson

IV Hierosalyma Caelestis
11) anonym fine sec.XI, Jerusalem mirabilis 12) Walther von der Vogelweide, Nû alrêst lebe ich mir werde 13) anonym, Nomen a solemnibus

Dal libretto:
Il forte stimolo estetico che proviene da questi canti ha instradato le mie scelte interpretative verso due direzioni diametralmente opposte: da una parte verso un’interpretazione “essenziale”, che lasci parlare la melodia da sola, arricchita tutt’al più da uno strumento che accompagni, segua e sostenga il cantante senza intromettersi nella sua sfera espressiva; dall’altra verso un’interpretazione forte, “invasiva”, in cui le linee melodiche e la forza armonica centripeta di un canto vengano messe in luce da raddoppi strumentali densi, da bordoni chiari, da sonorità grandi e splendide, dall’andamento ritmico incisivo. Della prima scelta sono esempi brani come Seignor sachiez (cd I, traccia 2), Bien me deüsse targier (cd I, traccia 9) o le strofe di Chanterai pour mon couraige (cd II, traccia 8), ma anche, seppur su tutt’altro registro, Parti de mal (cd I, traccia 4); della seconda alcune strofe di Ja nuns hons pris (cd II, traccia 1), il canto di Walther von der Vogelweide (cd II, traccia 12) e Chevalier mult est guariz (cd I, traccia 5).
Entrambe le scelte sono storicamente giustificate: molte testimonianze iconografiche ci mostrano situazioni esecutive “a due”, un cantante e uno strumentista, o - meglio ancora - “a solo”, quando cantante e strumentista erano uniti nella stessa persona. Strumenti preferiti per quest’accompagnamento così leggero e duttile erano quelli a corda: prima fra tutti la viella, seguita dal liuto, dall’arpa, dalla ribeca, dal salterio, dalla ghironda; ma non ne erano esclusi alcuni strumenti a percussione come il cembalo o le campane, né gli strumenti a fiato come il flauto e addirittura la zampogna. Ogni strumento contribuisce all’atmosfera del brano con la sua personalità: nel nostro caso, il tintinnìo del salterio in Chanterai pour mon couraige dà al lamento della donna un’aura di sensualità lieve; l’accompagnamento della viella, in Bien me deüsse targier, è arricchito da continue doppie e triple corde, precipue dello strumento dal ponticello piatto; le campane, unite alla tromba, conferiscono una statica malinconia ad A vous amours (cd I, traccia 11); il suono nasale e insistente della ghironda in Parti de mal sostiene un canto rabbioso, da strada; la citola in Dame ensinc est (cd I, traccia 10) si può esibire in un’improvisazione di controcanti culminante in un vertiginoso frullar di plettro simile a quello che sentiamo ancora oggi nella tecnica classica dell’ud arabo.
D’altra parte, sappiamo invece di esecuzioni con organici strumentali grandiosi e magnifici che contribuivano, insieme con la sontuosità delle vesti e la smisurata opulenza dei cibi, allo splendore di una festa e costituivano un importante tassello nell’esibizione di potere e ricchezza del nobile, non di rado lui stesso autore dei canti eseguiti. I cronisti ci raccontano di orchestre ante litteram composte da cento, duecento musicisti addirittura: cifre certamente esagerate per trasparentissimi fini adulatorii, ma che - se anche volessimo dimezzarle per prudenza - sarebbero sempre di gran lunga superiori a quelle a cui ci hanno abituato le esecuzioni filologiche del nostro tempo. Purtroppo, anche il pur notevole organico di Modo Antiquo non arriva a tanto sfarzo, ma credo che la densità sonora con cui si apre Nû alrêst lebe ich mir werde, composta da voci, tromba, ciaramelle, flauto, liuto, arpa, ribeca e campane, strumenti dai timbri così diversi da non annullarsi ma da arricchirsi anzi vicendevolmente, possa dare una buona immagine di queste esecuzioni d’eccezione.


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