Modo Antiquo

Antonio Vivaldi, Opera Seconda


ANTONIO VIVALDI
Sonate a Violino e Basso per il Cembalo
Opera Seconda
[RV 27, 31, 14, 20, 36, 1, 8, 23, 16, 21, 9, 32]
edizione in facsimile, Firenze, S.P.E.S., 2001

[estratto dall'introduzione critica di Federico Maria Sardelli]
1. DATAZIONE

L’inverno del 1708-1709 fu così rigidio che, il giorno dell’epifania, la laguna di Venezia ghiacciò. In quei giorni il re di Danimarca Frederik IV, che già aveva visitato Venezia nel 1693, vi si trovava nuovamente per godere, in incognito, i divertimenti del carnevale. Giunto il 29 dicembre del 1708, s’intrattenne in città fino al 6 marzo 1709 altalenandosi tra feste, concerti, rappresentazioni teatrali e giochi; il suo celarsi dietro il semplice titolo di conte di Oldenburg non impedì comunque che tutti gli ambienti politici ed artistici lo accogliessero con gli onori riservati ad un monarca e si facessero attorno a lui per tributargli omaggi e doni. Tra le numerose captatio benevolentiæ di cui fu fatto oggetto si deve annoverare la prima raccolta di sonate per violino di Vivaldi. Il catalogo che l’editore veneziano Antonio Bortoli pubblicò in appendice al libretto della Sofonisba di Caldara, andata in scena nel novembre del 1708 al Teatro Grimani, annoverava tra le «Opere Musicali sin’ora Stampate in Venezia da Antonio Bortoli» le Sonate a Violino e Violoncello del Sig. D. Antonio Vivaldi. Anche in appendice al libretto de Il Vincitor Generoso di Lotti, rappresentato al Teatro S. Giovanni Grisostomo sul finire del 1708 si menziona, quale ultima opera pubblicata da Bortoli, il libro delle sonate vivaldiane. Dai cataloghi sembrerebbe dunque che le Sonate a Violino e Basso fossero già disponibili al pubblico fin dagli ultimi mesi del 1708, sebbene il frontespizio del volume riporti la data del 1709. Si deve dunque supporre che Bortoli avesse già in corso di stampa, oppure addirittura già tirato il volume vivaldiano allorché il monarca danese si presentò sulla scena veneziana a calamitare gli appetiti dei musicisti. Per preservare il suo incognito e risparmiarsi le noie d’una visita di stato, Frederik IV fece giungere la notizia del suo arrivo all’ambasciatore veneziano di Vienna solo il 14 dicembre; la notizia giunse da Vienna a Venezia il 20 dicembre, ossia appena nove giorni prima che il monarca sbarcasse il laguna. Dunque in novembre, quando Bortoli annoverava le Sonate a Violino e Basso di Vivaldi tra le opere «sin’ora stampate», di certo il volume, quand’anche fosse stato effettivamente già tirato, non era dedicato al re di Danimarca. Che l’improvvisa visita di Frederik IV abbia scompaginato i piani dei musicisti veneziani, accendendo in loro una servile e comprensibile frenesia, è confermato dal citato libretto de Il Vincitor Generoso di Lotti che, sebbene riporti la data del 1708, pure è «Consegrato a Sua Maestà Il Re Federico Quarto Di Danimarka, e di Norvegia»: anche in questo caso, gli astuti e fulminei autori dell’opera e l’alacre Bortoli ebbero a disposizione solo pochissimi giorni per girare all’inatteso mecenate un lavoro già da tempo confezionato. È dunque assai probabile che le Sonate a Violino e Basso di Vivaldi fossero tipograficamente già ultimate nel novembre del 1708 e che solo negli ultimi giorni di dicembre o nei primi di gennaio si stampasse il frontespizio e la dedica al sovrano.

Se il documento citato da Giazotto sulla la visita di Frederik IV presso la Pietà fosse reperibile, e dunque verificabile, avremmo in esso la testimonianza del diretto rapporto intercorso tra Vivaldi ed il sovrano danese; in questo imprecisato «dispaccio della cancelleria romana a Venezia» si dice che

S. M. fece la comparsa alla Pietà a ore undeci del matino doppo aver ascoltate le ambasciate dei signori della Savoja e cantorno le figliole e cogli strumenti del maestro che tiene il pulpito in assenza del Gasparini.

Gasparini, impegnato probabilmente nella messa in scena della sua Engleberta, non poteva che essere sostituito da Vivaldi: se dunque il documento fosse esistente, avremmo in esso il resoconto dell’occasione che condusse il giovane Vivaldi, chiamato per un caso della sorte a figurare quale compositore ufficiale della Pietà di fronte all’inatteso monarca, ad offrirgli le sue Sonate a Violino e Basso già pronte presso lo stampatore e indirizzate a chissà quale altro più modesto dedicatario locale. Resta comunque chiaro che, al di là della data riportata sul frontespizio, la prima opera per violino solo di Vivaldi fosse già ultimata nell’anno 1708.

[...]

Percorso: home page > Federico Maria Sardelli > Pubblicazioni musicologiche > Antonio Vivaldi, Opera Seconda